Poesie

Il reduce

Quando Vincenzo tornò dalla guerra,
della sua casa, nulla più esisteva,
cumuli di macerie sparsi in terra,
per  un conflitto che malediceva.

Scheletri di palazzi bombardati,
lugubri si stagliano verso il cielo,
ricchi di storia, ormai dimenticati,
su cui stendere un pietoso velo.

Dei suoi affetti più cari nulla resta,
e non riesce a trattenere il pianto,
ma non è tipo d’abbassar la testa,
pur se il destino gli presenta il conto.

Dando fondo a tutti i suoi averi,
Vincenzo inizia la ricostruzione,
viver la vita, primo dei pensieri,
ricominciare, l’unica ragione.

Da qualche giorno un piccolo bambino
segue Vincenzo intento a lavorare,
è curioso e vivace il ragazzino,
e non si stanca mai di domandare.

Daniele il suo nome, ha quattro anni,
è stato adottato appena nato,
la guerra s’è portata via i nonni,
in casa di vicini è sistemato.

Alida l’ha trovato un mattino,
giaceva accanto alla mamma morta,
disperato piangeva, poverino.
fu per Daniele una balia esperta.

Quando Vincenzo incontro Alida,
il sentimento, ritornò al suo cuore,
lei, donna meravigliosa e timida,
ma brava a risvegliare in lui l’amore.

L’uomo le raccontò il suo calvario,
aveva una splendida famiglia,
una bomba, per tutti fu un martirio,
e l’immenso dolore che attanaglia.

“Daniele è tuo figlio, son quasi certa,
partisti inconsapevole del fatto
che il lieto evento la notizia porta
sulla questione e bene agir con tatto.

Nei tratti somatici t’assomiglia,
quando lui nacque, eri già partito,
e l’ora che riformi una famiglia,
dopo che il conflitto l’ha impedito.

D’allora è passato qualche anno,
Daniele ha ritrovato il vero padre.
La casa è riparata dal suo danno,
Alida è diventata moglie e madre.