Paolo, Francesca e Pierino
Il loro è stato amore a prima vista,
una storia passata ormai di moda,
s’abbandona al peccato e tutto guasta,
ormai il rapporto è ai titoli di coda.
Francesca in questa storia resta incinta.
Paolo da l’addio a tanti sogni,
il divorzio il conto le presenta,
per fare figli bisogna esser degni.
Non appena iniziò la gestazione,
chiese il permesso a Paolo di restare:
“Avrai cura di me, in conclusione?
Sono sola, e non so dove andare”.
“Francesca, mi rincresce a malincuore,
non posso esaudire il desiderio
col tuo sbaglio m’hai distrutto il cuore,
nessuno più ti prenderà sul serio.
Il sentimento in lui non è mai morto,
e rifiorisce in casi come questo,
egli è ferito, ha subito un torto,
ma accanto a lei Paolo è rimasto.
La convivenza quando non si cura,
diventa amica della diffidenza,
una volta sopita la paura,
in cuore rifiorisce la speranza.
I primi tempi della gestazione,
Paolo non li vive affatto bene.
Vede la donna amata con passione
soffrir e consumarsi nelle pene.
Sensi di colpa in lei mai sopiti,
la sua condotta in cerca di perdono,
i suoi atteggiamenti mai capiti,
nel suo stato i dissapori crescono.
In Paolo avviene un cambiamento,
ora e lui ad essere coinvolto,
talmente preso dall’avvenimento,
che al bambino s’affeziona molto.
Ora vede Francesca e il suo problema,
ma non con l’occhio clinico d’allora
la risolve con decisione estrema:
“Vivrai con me finché non giunge l’ora”.
Il bimbo nasce, non trova ostilità,
Paolo l’assiste, non cerca perdono,
Francesca affronta le difficoltà,
la nascita d’un figlio, un gran bel dono.
Paolo la stringe a se col suo bambino:
“Non temere Francesca, l’adotterò,
ho già il nome, lo chiamerò Pierino,
di questo figlio, io ne vado fiero.