Il viaggio
Dal capoufficio ho avuto una proposta,
“Ti va di lavorare fuori sede?”
La bella prospettiva mi sorride,
e parto per raggiungere la meta.
Tornerò per lavoro a Senigallia,
riprendere con Gina un bel rapporto,
far rinascere in lei gioia e allegria,
e un amor che in me non è mai morto.
Non sarà un piacevole ritorno,
ricordare ferite ancora aperte,
il tormento mi opprime da quel giorno,
per un amor finito amaramente.
Sul treno che filava nella notte,
ritornano alla mente quei momenti,
quando cadesti accidentalmente,
ti tesi la mia mano per rialzarti.
D’allora è cambiata la mia vita,
sei sempre dentro tutti i miei pensieri,
è un fiume in piena la felicità,
al bando amarezze e dispiaceri.
Il treno passa sotto il belvedere,
il luogo amato per i nostri incontri,
il mondo e lì, con noi e i suoi misteri,
l’amore e vita, è tempo di godere.
Ricordo il turbamento che provavi,
quando all’appuntamento ritardavo,
te lo leggevo nei tuoi occhi vivi,
che non credevi a quello che dicevo.
Il belvedere sfuma dalla mente,
finisce il tempo per fantasticare,
sogni e speranze sono in fondo al mare,
del nostro amor, non rimane niente.
“Adesso son tornato, non mi vedi?
Son qui per te, ancora ti nascondi?”
Ricordo ancor la frase che dicesti,
il giorno in cui piangendo mi lasciasti.
Quando il rancore uccide il sentimento,
non sei padrone della vita tua,
il cuore prova un grande turbamento,
se credi nell’amor, scrivi sull’acqua.
Sento un leggero colpo sulla spalla,
“Signore, siamo giunti a Senigallia”.
Apro gli occhi, sobbalzo il cuore in gola,
che sogno ho fatto nella fantasia.
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