la figlia adottata.
E’ stata un adozione complicata,
Ginevra è una bimba capricciosa,
da piccola è stata abbandonata,
rifiuta ogni attenzione, è assai scontrosa.
Debora i figli non ne può avere,
dona alla bimba tanta tenerezza,
Ginevra le da gioie da vivere,
tocca il cielo ad ogni sua carezza.
La vita quotidiana scorre lieta,
ma qualche nube turba l’orizzonte
Ginevra è giunta alla maggiore età,
all’affetto di Adelmo è indifferente.
Adelmo è preda della gelosia,
iniziano per lui tormenti e pene,
per Debora è pura fantasia,
“Fa fatica a capir l’amor dal bene”.
Di colpo cala il gelo tra di loro,
il dialogo è ormai inesistente,
Debora custodisce un bel tesoro,
nessuno più della figlia è importante.
Adelmo grida, il tono è minaccioso.
“Questa adozione ha scosso la mia vita,
il tuo comportamento è irrispettoso,
ho perso con voi la stima e dignità”.
Adelmo le insulta ed è armato,
la lite sta ormai degenerando,
Ginevra lancia un urlo disperato,
s’abbracciano nel pianto e stan soffrendo.”
“Papà, stai commettendo una follia,
ritorna in te e spegni l’arroganza,
con quel gesto distruggi la famiglia,
riconciliati con la tua coscienza”.
Sono parole dal sapore amaro,
rivive in quegl’istanti la sua vita,
quell’atto criminoso appare chiaro,
torna in sé la serenità smarrita.
Abbassa l’arma e le sue donne abbraccia,
il pentimento gli si legge in volto,
Adelmo non è più una minaccia,
al senso della vita ha dato ascolto.
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