Poesie

Il Parco

E nato in un area golenale,
infestata da zingari e migranti,
bonificarlo è stato un buon segnale,
ora ce lo godiamo tutti quanti.

Laddove il degrado era imperante,
è sorto un parco quanto mai agognato,
un punto di ritrovo per la gente,
il desiderio s’è realizzato.

Ci s’incontrava per la passeggiata,
passate le Olimpiadi Romane,
l’agonia del quartiere è iniziata,
la realtà d’un tempo s’è scordata.

Dal belvedere sto guardando il parco,
luogo prescelto da varie umanità
l’integrazione, un bene che rimarco,
quaggiù diventa una formalità.

E frequentato da persone e cani,
anche per loro è un oasi felice,
son tante razze ma padroni strani,
ma c’è qualcuno che li maledice,

Si cerca un po’ di pace e compagnia,
da una parola nasce un amicizia,
tu la vivi col cuore in sintonia,
nascono amori senza la notizia.

Era da troppo tempo che il quartiere,
chiedeva un parco per bambini e adulti,
momenti di gioia da rivivere,
che ormai nella memoria son dissolti.

Infine giunge il ventisette Ottobre,
è viene inaugurato in pompa magna,
l’attesa è lunga, fa salir la febbre,
ora di nuovo il quartiere sogna.

Il parco ci riporta nel passato,
riviviamo ricordi e nostalgie,
laddove tutto quanto è iniziato,
al bando maldicenze e ipocrisia.

Spegne l’eco d’un epoca lontana
il degrado si vince combattendo
sole e cyclette il fisico risana,
che favola stupenda stiam vivendo.

Per i bambini il sogno s’è avverato,
ora hanno un luogo dove divertirsi,
il tempo sembra essersi fermato,
che gioia poi tornare e rivedersi.

Se piove, ci affidiamo al Padreterno,
che freni tutta l’acqua che c’invia,
è tanto forte il rischio che in inverno,
la prima piena ce lo porti via.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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