Pietro e gli stornelli
Vagava per le strade del quartiere,
cantando gli stornelli maliziosi,
nella sua mente, progetti ambiziosi,
voleva diventare cantautore.
Poi è cambiato come cambia il tempo,
fragilità emotiva il suo difetto,
frequentava compagnie vecchio stampo,
spacciando e poi finito carcerato.
Il carcere ha cambiato la sua vita,
ha spento in lui propositi e ambizioni,
non è lo stesso uomo d’una volta,
facile preda delle tentazioni.
Ha iniziato a bere e a sniffare,
lo sguardo assente, s’è lasciato andare,
è sporco,malandato, da evitare,
parla a singhiozzo e non sa reagire,
Un giorno l’ho incontrato per la via,
sembrava uscito da lavanderia,
era elegante, sobrio, il primo Pietro,
m’ha detto: ”Sono in cerca di lavoro,
i miei obiettivi sono sempre quelli.”
T’aiuterò, ma devi cambiar rotta,
vivrai dentro te nuove emozioni,
devi scordar la vita già vissuta,
dove hai subito guai e umiliazioni.
L’ho lasciato facendo una promessa,
per aiutarlo in questa iniziativa,
avrei fatto per lui una scommessa,
purché iniziasse una vita nuova.
Intanto per dar forma a quel progetto,
sono andato a parlare con il prete,
per preparare un piccolo concerto,
e veder coinvolta tanta gente.
Durante l’omelia domenicale,
il prete avrebbe chiesto ai suoi fedeli,
d’assistere all’evento musicale,
con Pietro che cantava gli stornelli.
Ma dopo qualche giorno l’ho rivisto,
ubriaco, sporco con la barba incolta,
sono stato nell’animo tradito,
sul suo conto ho sbagliato questa volta.
Dopo quell’esperienza dolorosa,
ho abbandonato Pietro al suo destino,
m’ero lasciato prendere la mano,
la vicenda per me, scommessa persa.
Per uno strano gioco del destino,
l’ho incontrato dopo qualche giorno,
pulito e fresco come una gardenia,
non so se Pietro avesse una famiglia.
Risentito, ho preteso le sue scuse,
lui s’è scusato ed è scoppiato in pianto,
m’ha detto poi d’essere ammalato,
i medici gli han dato qualche mese.
L alcol ha devastato il suo cervello,
è un uomo a pezzi, demoralizzato,
con il suo male, è rimasto solo,
il bel sogno di Pietro è ormai sfumato.
Metto in piedi col prete e confratelli,
una band coi ragazzi del quartiere,
avrebbero cantato gli stornelli,
Pietro sarebbe stato spettatore.
La sala è gremita di persone,
Pietro segue il concerto interessato,
fatica a trattenere l’emozione,
il suo viso di lacrime è bagnato.
“Non ho apprezzato il gusto della vita,
in cielo già s’è spenta la la mia stella,
ora che la mia favola è finita,
che sia una dolce morte, almeno quella”.
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