Poesie

Storia di guerra

Le bombe piovevano su Pristina,
tutti cercavan scampo nei rifugi
Tania stringeva a se la sua bambina
malediva la guerra e le sue stragi

Poco lontano avvertì lo scoppio,
lo spostamento d’aria fu tremendo,
di tanta gente in fuga fece scempio,
perse i sensi, si risvegliò piangendo.

Accanto a se non ritrovò Tamara,
fu preda d’un violento batticuore,
“S’è staccata da me, non è lontana,
non può darmi anche lei questo dolore”.

Cercò tra i morti, domandò alla gente,
ma di sua figlia non si trova traccia,
le da speranza una conoscente.
“L’ho vista, aveva un neo sulla guancia.
.
Era sola, confusa tra la gente,
ma non ho avuto modo di fermarla,
mi piange il cuore piccola e innocente
adesso sarà dura rintracciarla.”

La guerra è finita, non per Tania,
le lascia in cuore una ferita aperta
la scomparsa assomiglia a un agonia,
che a lungo andare alla pazzia ti porta.

Tania nella ricerca non è sola,
al suo fianco c’è Janko che l’assiste,
un vecchio amico ai tempi della scuola,
adesso la ragazza è meno triste.

Girano la città da cima a fondo,
nessuno la bambina riconosce,
le ricerche si spengono cercando,
da qualche indizio la speranza nasce.

La nonna era in strada per la spesa,
una bambina sporca e macilenta,
allunga il braccio con la mano tesa
riabbraccia la nipote, e ciò che conta.

La nonna riconobbe la bambina,
il neo sul viso, fu un suo segnale
era sola ed affamata poverina,
la guerra che spettacolo immorale.

La coppia è ai piedi dell altare
d’un tratto un grido fa esultare i cuori,
“Tamara è qui, bisogna festeggiare”,
son cessati per Tania i suoi timori.

Tania si stringe al cuore la bambina,
attorno gli invitati fanno festa
lei li saluta con la sua manina,
triste il ricordo della storia resta.

Photo by Jordy Meow on Unsplash