Storia di guerra
Le bombe piovevano su Pristina,
tutti cercavan scampo nei rifugi
Tania stringeva a se la sua bambina
malediva la guerra e le sue stragi
Poco lontano avvertì lo scoppio,
lo spostamento d’aria fu tremendo,
di tanta gente in fuga fece scempio,
perse i sensi, si risvegliò piangendo.
Accanto a se non ritrovò Tamara,
fu preda d’un violento batticuore,
“S’è staccata da me, non è lontana,
non può darmi anche lei questo dolore”.
Cercò tra i morti, domandò alla gente,
ma di sua figlia non si trova traccia,
le da speranza una conoscente.
“L’ho vista, aveva un neo sulla guancia.
.
Era sola, confusa tra la gente,
ma non ho avuto modo di fermarla,
mi piange il cuore piccola e innocente
adesso sarà dura rintracciarla.”
La guerra è finita, non per Tania,
le lascia in cuore una ferita aperta
la scomparsa assomiglia a un agonia,
che a lungo andare alla pazzia ti porta.
Tania nella ricerca non è sola,
al suo fianco c’è Janko che l’assiste,
un vecchio amico ai tempi della scuola,
adesso la ragazza è meno triste.
Girano la città da cima a fondo,
nessuno la bambina riconosce,
le ricerche si spengono cercando,
da qualche indizio la speranza nasce.
La nonna era in strada per la spesa,
una bambina sporca e macilenta,
allunga il braccio con la mano tesa
riabbraccia la nipote, e ciò che conta.
La nonna riconobbe la bambina,
il neo sul viso, fu un suo segnale
era sola ed affamata poverina,
la guerra che spettacolo immorale.
La coppia è ai piedi dell altare
d’un tratto un grido fa esultare i cuori,
“Tamara è qui, bisogna festeggiare”,
son cessati per Tania i suoi timori.
Tania si stringe al cuore la bambina,
attorno gli invitati fanno festa
lei li saluta con la sua manina,
triste il ricordo della storia resta.
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